mercoledì 11 novembre 2015

Non ci sono più i minuti di una volta...

Banco del Mutuo Soccorso, chi? Ma come: chi!?
Lo sapevate che in 43 anni abbiamo vissuto 26 minuti in più?
Ho scoperto questa cosa per cui c'è qualcuno che dal 1972 ad oggi ha allungato, negli anni, per 26 volte un minuto fino a farlo diventare due.
Non so' perché, se c'è un motivo scientifico (ma se c'è va pronunciato come lo farebbe Gassman ne "I soliti ignioti"!) o semplicemente perché questi del National institutes of standards and technology hanno tirato a sorte e hanno deciso così.
Voi lo sapevate? 
Io no. A ripensarci, un po' mi sento preso in giro; un po' invece mi sento arretrato a pensare che succedono di queste cose e io non lo so'.
In realtà mi sento inadeguato in un mucchio di cose.
Se voglio acquistare un auto ormai devo sapere che posso scegliere tra fari allo xeno e allo bixeno; devo sapere cos'è l'ABS, l'Electric e il Sight & Light Pack, l' Ambient Light, il
Cruise control, e potrei continuare all'infinito.

Se vado a comprare un telefono cellulare (che è come quello di casa ma è senza filo e me lo posso portare anche a spasso) mi chiedono se lo voglio Quad Band o Quad Core, IPS LCD o AMOLED... 
E via così per ogni oggetto di uso quotidiano.
Io non sono proprio vecchio, ho 'solo' 55 anni che visti da un ventenne saranno pure un'enormità, ma dal mio punto di vista sono gli anni che ho vissuto, barcamenandomi tra periodi di frizzante esuberanza e altri di più pacata riflessione, mettiamola così.
E poi mi parlano di cloud, dove posso mettere tutte le mie fotografie senza limiti di spazio. Ma cos'è? chiedo. Una nuvola, mi risponde il nipotino di 10 anni. Come: una nuvola? e le mie foto stanno su una nuvola? dico. Ma sì, è un posto in cielo dove ci sono tutte le cose che tu metti; hai visto quanto spazio c'è in cielo! risponde. Ma una volta le foto si mettevano negli album per le foto e noi a casa le sfogliavamo quando fuori pioveva, d'inverno, quando in tv non era l'orario dei cartoni. Dico io. Ma ci sono sempre i cartoni in tv, vai su Boing o Cartoonito! risponde lui. 
Non è che voglia fare la figura del troglodita, qualcosina capisco anch'io, altrimenti non sarei qui a sbattere su questi tasti e a raccontarvi queste cose.
Ma è come se ad un certo punto avessi smesso di stare al passo coi tempi, come se il mio cervello si fosse saturato e rifiutato di assobire ancora 'cose'.
Io ho 'conosciuto' Kant, Hegel, Schopenauer, Croce; mi sono abbeverato alle loro opere. Oggi mi dicono che la filosofia la dettano i rapper.
Ho letto Pavese, Pratolini, Silone. Oggi devi conoscere fabiovolo e Muccino se vuoi partecipare ad una discussione anche minimale.
Qualche giorno fa un tipo sulla trentina che ha una cover band (mi ha spiegato che suonano musica di altri gruppi più famosi) ha visto il mio sfondo del desktop dove campeggiano Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese in un concerto del BMS, e mi ha chiesto: e questi chi sono? meravigliato, anche perché è un musicista, gli ho risposto: quelli che hanno inventato il prog in Italia. Il prog: e che è? mi dice lui. La musica del Banco, della PFM, delle Orme, dei New Trolls... cerco di spiegare. Non li conosco, è stata la sua risposta quasi annoiata e conclusiva della discussione.
Ma non è solo questo. Non voglio fare il moralisticheggiante (anche se poi alla fine lo sono), ma sentire alcune cose, vedere alcuni comportamenti mi lascia basito. Ci sto male.
È il solito discorso: le folle osannanti che vanno dietro a personaggi dello sport e dello spettacolo anche se pluricondannati e recidivi riguardo ai soliti reati fiscali (evasione, conti all'estero), che scendono in piazza con bandiere e cartelloni per (presunte) ingustizie sportive subite dai loro amati idoli. 
Per loro non conta chi è la persona, conta quello per cui è famoso e per cui diventa la parte di loro che avrebbero voluto essere ma non sono mai diventati.
Tanto lo fanno tutti, dicono, e poi che c'entra l'evasione fiscale con un bel sorpasso a 300 all'ora?
Ma come? Io sono cresciuto con quelli che una volta si chiamavano i 'sani principi', per cui tutti possiamo sbagliare nella vita (e se non l'abbiamo fatto finora, lo faremo) ma nel giudicare e nell'essere giudicati ciò che conta è la nostra onestà, a prescindere da quel che facciamo. Una volta era ancora valida la massima di Totò che ne "'A livella" dice che la morte rende tutti eguali e che questo principio va allargato anche alla vita. Oggi vale il principio che se sei furbo e hai la faccia tosta, ma sai dare i calci al pallone o cantare in un certo modo, puoi diventare qualcuno, addirittura l'idolo dei gggiovani e meno gggiovani.
Oggi quando accadono cose brutte, anzi bruttissime, tipo omicidi per rubare pochi spiccioli, o ammazzare parenti per entrare in possesso anticipatamente dell'eredità, molto spesso i colpevoli alla domanda: perché? rispondono: perché no!
Ecco: tutte queste cose (magari non proprio gli omidici) vengono giustificate col fatto che 'fanno tutti così', che 'è normale'.
E quindi, appunto: perché no?
Non c'è una scala di valori nella nostra società. Si è 'in' o 'aut'; 'on' oppure 'off'. E tutto questo solo perché ti so stupire.
Sapete che io ho una fede, un credo religioso, ma qui non è questione di etica di un tipo piuttosto che di un altro.
Tuttavia non so di cosa si tratta.
Sono veramente fuori dal tempo? Vivo in un mondo che non c'è (magari sulla seconda stella a destra)? Ho difficoltà a capire perché rifiuto quella che chiamano la 'modernità'?
Come vedete voi la questione?
Non ci sono più le mezze stagioni e i minuti di una volta? O mi devo abituare alle cose che vedo?
E a proposito di modernità, mi hanno convinto a fare un selfie, ma mi sa che ho sbagliato qualcosa anche qui...


... che dite?

L'Oste Juan



12 commenti:

  1. Anche io sono un po' saturo. Devi costantemente aggiornare i programmi del pc, la connessione wifi, il cellulare, altrimenti non funzionano più, non sono adeguati agli "upgrades"... Ti costringono a un consumismo obbligatorio, ti soggiogano con l'impossibilità di tenere un oggetto tecnologico per tutta la vita, dopo pochi anni è "scaduto"... Dei sempre muoverti.
    Io invece avrei una gran voglia di fermarmi un attimo...

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    1. È una condizione che, penso, va oltre l'aspetto puramente tecnologico. È il mondo che corre senza una meta (sempre secondo la mia opinione) e che ha dimenticato da dove arriva. Non è solo una questione di testa ma anche di anima. O forse è proprio una questione di età!

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  2. Abbiamo la stessa età, e infatti io mi ricordo bene il BMS, la PFM, Le Orme, I New Trolls, gli Area ecc. ecc.
    Il mio rapporto con la tecnologia è in fin dei conti abbastanza rilassato, nel senso che uso sempre e solo il minimo basilare che mi serve per il lavoro e le mie passioni. Il che mi obbliga a dover conoscere Photoshop e Adobe Indesign, ma a poter tranquillamente ignorare l'Iphone 6.

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    1. Io continuo ancora a vivere in quel mondo, e mi ci trovo benissimo. Ascolto solo ed esclusivamente ancora BMS, Pink Floyd, Genesis, Conte, Guccini, Fossati... forse è un male, forse mi perdo qualcosa, forse ho paura del nuovo, non lo so. Persino mia moglie, che ha qualche anno più di me, si lamenta che in auto ascoltiamo sempre la stessa musica (è il caso di dire!). Ma io proprio non ce la faccio ad ascoltare altro. Come dicevo rispondendo ad Ariano, non è solo una questione di musica o di novità tecnologiche, è proprio vivere in un altro mondo che non è mio per età (ormai le generazioni passano ogni max 10 anni, non più come ci ha insegnato la sociologia ogni 25) e in cui faccio fatica ad inserirmi per valori, culture e comportamenti che non capisco e quindi non accetto. Sarà un problema di decodificazione della realtà?

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  3. Che orecchio sexy...

    A parte gli scherzi, visto che hai una cultura, cosa oggi fuori moda e che comunque ha perso il significato che un tempo si dava ad essa, vorrei condividere con te una riflessione.
    Qualcuno disse, non ricordo chi, che tutti i grandi imperi, prima o poi, cadono. Io penso all'Impero Romano, che negl'ultimi anni di vita era diventato tronfio, pigro, incapace di realizzare anche una delle più piccole cose che aveva sviluppato agli inizi della sua 'carriera'. Un Impero governato da politici saccenti e ignoranti, dove la politica e la giustizia era guidata più dagli interessi personali che dagli interessi dell'Impero, e figurarsi quelli del popolo. Un impero dove ogni sedia del potere era stata contaminata dalla corruzione. Dove l'immigrazione aveva contaminato le basi della giustizia, della convivenza civile, del buon senso, non perché l'immigrazione fosse un male, bensì perché la cultura imperiale si era a tal punto indebolita da non saper assorbire le nuove etnie, comprenderne la cultura, fondersi per ottenere qualcosa di più alto. Dal più povero al più ricco, negli ultimi anni dell'Impero Romano, tutti badavano al proprio orticello. L'impero che aveva inventato le fognature, si era ritrovata ricolma di palazzi costruiti abusivamente dove spesso si buttavano gli escrementi dalle finestre, in strada, e i più chiudevano un occhio, perché magari non raccoglievano la cacca del loro cane, o del loro cavallo, o di chissà quale animale domestico. Debolezza morale, debolezza politica, debolezza sociale... Al punto che l'Impero si è poi spezzato in due. Gli imperatori hanno cominciato a salire al potere uccidendo il loro predecessore (stai sereno), o con la forza degli eserciti, o con la persuasione della ricchezza... Insomma, Roma crollò sotto il peso del suo eccessivo benessere.
    Ecco... Io guardo l'Italia di oggi, l'Europa di oggi, e il quadro non mi sembra poi così differente.

    continua... :-P

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    1. ...Si sta esagerando, a mio parere. Io sono un tipo curioso, butto via anche parecchio denaro per la voglia di conoscere le novità. Cavalco l'onda, e mi rendo conto che la modernità è basata sull'effimero.
      Le automobili sono nate ai primi del 1900, andavano a benzina proprio come quelle del 2015. Non è cambiato, di concetto, nulla. A parte che hanno il lettore Mp3, l'Airbag, e altre diavolerie. Son più lucide, belle, sinuose, ma son la stessa roba della Ford Model T. Non c'è stata innovazione, neppure nei motori, visto poi gli scandali sulle emissioni, che pare siano 40 volte più alti rispetto a ciò che ci raccontavano. Certo, ci son state scoperte mediche nuove, e ci sono nuove malattie incurabili, alla fine abbiamo fatto patta. Andiamo nello spazio, per lo meno negl'anni 60 ci si andava con l'idea di ampliare i nostri orizzonti. Oggi facciamo fatica a mandare 3 persone in orbita quando una volta andare sulla luna era talmente di routine che in tv nessuno più guardava i lanci. I cellulari, son belli, potenti, incredibili, ma alla fine non fanno nulla più di quanto facevano i telefoni col filo, e il ritrovo con gli amici in piazza. Il 'vero' sviluppo si è fermato, io credo, attorno agli anni 80. Ora è cominciata la decadenza dell'impero. E i nostri occhi, come quelli dei romani, son foderati di benessere al punto che non ci rendiamo conto di aver perso il giusto sentiero. Lo dimostra la nostra incapacità di fermare l'ISIS (che diamine, tutti i nostri eserciti super moderni, e questi su dei suv toyota con un lancia missili a spalla si stanno prendendo tutti i territori arabi), la nostra incapacità di dare dignità ai meno abbienti, la nostra incapacità di gestire l'immigrazione in modo umano, la nostra capacità di raccogliere la cacca del nostro cane dal marciapiede. Abbiamo i paraocchi, ci lamentiamo che tutto va male, ma nessuno fa nulla, neppure il gesto più piccolo - come raccogliere la cacca del proprio cane - per cercare di migliorare la situazione. E poi, magari, ci lamentiamo che le strade sono sporche, e ci chiediamo perché il comune non pulisca...

      Ehm... Ma come ho fatto a passare dall'orecchio sexy a una filippica sulla decadenza del mondo odierno?

      No, non stai invecchiando, è il mondo attorno a te che è impazzito.

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    2. Quanto ai minuti veri... Di che ti lamenti, ultimamente le compagnie telefoniche ci hanno inculcato che i mesi son di 28 giorni, tutti quanti uguali, niente mesi da 31, niente da 30, e neppure quello strano che ogni tanto ne ha 29, e di solito ne ha 28. Abbiamo permesso alle compagnie telefoniche di cambiare il significato delle parole, o forse del calendario, tanto che se si parla di minuti, ormai, è necessario sottolineare che sono minuti veri... mica falsi, ne? :-(

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    3. Non posso che essere d'accordo con te, e l'esempio dell'Impero Romano è perfettamente calzante. Così come quello di ogni impero della storia. Ci sono di quelli che dicono che solo nel caos c'è la vita, la novità, la scintilla che porterà la trasformazione. Sarà anche vero ed è normale che la crisi sia l'unico modo per passare dal vecchio al nuovo: finché non si abbattono i muri non sappiamo cosa c'è dall'altra parte. È che io ho paura di saperlo, quello che c'è dall'altra parte. So che è inevitabile scoprirlo e che ne sarò assorbito (anzi sono già stato tirato dentro) ma mi voglio conservare la possibilità di protestare. Ripensando a mio padre e alle lunghe discussioni di quando lui aveva la mia età e io ero appena 20enne, mi rendo conto che si discuteva delle stesse cose e con le stesse modalità. Ma allora è proprio vero che nulla cambia? che il mondo gira sempre nello stesso modo? Non lo so... però questo mondo continua a non piacermi. E neanche l'orecchio sexi è venuto poi così bene. Secondo te, che sei esperto, dipende dal fotografo o dall'orecchio?

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    4. Secondo me renderebbe meglio in bianco e nero, con i toni scuri un po' più contrastati :-)

      Il mondo è una palla che gira su sé stessa e attorno a un'altra palla, che a sua volta gira attorno a un centro, il quale gira attorno a un centro ancora più grande, e chissà cos'altro gira... ehm, alla fine anche le nostre piccole vite son fatte di cicli che si ripetono, i giovani hanno un occhio diverso da chi ha più esperienza (notare che non ho detto vecchi :-D ), ma anche loro diventeranno 'esperti' e si troveranno a discutere con i nuovi giovani. L'importante è avere memoria del passato, e cercare di non modificare i fatti accaduti per aiutare gli scopi futuri, altrimenti non ci sarà innovazione e miglioramento, bensì ripetizione degli stessi errori.
      A volte mi sento un po' criceto sulla ruota, sto correndo, ma non vado da nessuna parte.

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    5. La memoria del passato è indispensabile se non vogliamo che succedano tutte le cose che stanno accadendo in questi giorni, a partire dall'ultimo episodio di ieri dell'accoltellamento dell'ebreo a Milano. C'era una canzone degli Area che diceva (non ricordo il titolo): abbiamo perso la memoria del XIX secolo. Penso che si stai pedendo la memoria stessa dell'uomo in quanto tale. Non voglio fare discorsi 'religiosi', sai che non sono un blogpredicatore, ma tornare a riflettere sulle domande base della vita (chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, qual'è lo scopo) non sarebbe male. Saper rispondere non ci farà vincere Rischiatutto (vedi come sono antico!), ma darà stabilità alle nostre esistenze.

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  4. Sinceramente sono parecchio stanco anche io di tutti gli obblighi di aggiornamento, ci obbligano a vivere in una servitù continua, sinceramente sono rimasto a windows 7 quando tutti adesso sbavano per il 10, sono mesi che non faccio aggiornamenti sul mio cel e sinceramente sono contento così.

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    1. In effetti nessuno ci obbliga a niente. Stare al passo coi tempi non vuol dire fare tutto ciò che fanno gli altri altrimenti sei tagliato fuori. Ma 'fuori' da cosa? Dal mondo di chi corre verso... boh! È vero che a volte per lavoro ti devi aggiornare, ma quello fa parte del lavoro non della vita di ogni giorno, è come dire che fino agli anni '80-'90 dovevi per forza mandare una lettera di carta e ora puoi usare la mail, ma ti assicuro che un gestore telefonico o di energia pretende ancora oggi di avere la prova fisica che hai pagato la bolletta. E conosco tanta gente che per scelta, oltre che per questioni economiche, non ha abbonamenti a sky-premium-xyz. Se ci vogliono far credere che è indispensabile avere le paytv altrimenti ti perdi 'le cose che ami' dipende da chi pensa che senza champion league non si può vivere. Forse dovremmo spiegare a queste persone che si vive bene anche senza (anzi senza 'anche'!).

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