venerdì 26 giugno 2015

Arcani Vs Bacone - parte IV (racconto)

"Piuttosto me faccio tre anni de carcere..."
Continua l'avventura di Andrea Arcani e del suo amico Giorgio in una terra straniera e, a volte, ostile. Comunque, una terra per loro incomprensibile.
Qui la terza puntata.


Arcani Vs Bacone



III

“Nino, alla fine s'è visto qualcuno dei capi stamattina?” chiede Bellagamba a Geremicca, ovviamente tramite telefono.
(Gennaro ogni tanto potrebbe anche alzarsi e percorrere i due metri che separano la sua stanza dalla portineria del siciliano, ma sa anche che per Nino è un dovere e un onore rispondere al telefono: è il suo lavoro e lui, sul lavoro, vuole mantenere tutte le distanze del caso. Lo racconta sempre: suo padre buonanima, una vita trascorsa sulle barche da pesca, gli aveva insegnato un principio che da buon figlio ha sempre rispettosamente seguito: quando lavori massima professionalità; fuori dalla barca massima cordialità. Probabilmente la frase era in dialetto siciliano stretto, ma Nino si era fatto un punto d'onore di parlare in perfetto italiano e alla fine ha imparato anche a pensare in italiano.)
“Ancora nessuno. Però...”
Geremicca esita. Il commissario aveva lasciato detto solo a lui che necessitava di una giornata libera per quella cosa lì. Adesso che deve fare? Non può certo tenere nascosto che il commissario sia in ferie, ma se poi gli fanno domande inopportune?
“Però cosa, Geremì?”
“Ora che ci penso” accenna Nino restando sul vago “mi sembra che oggi avesse chiesto un giorno di ferie”.
“Come sarebbe a dire ‘mi sembra’?”
“Aspetta, sta entrando qualcuno” replica Geremicca per sviare Bellagamba. “È Conci. Va bene lo stesso, no?”
L'entrata dell'ispettore sorprende l'agente scelto. “Strano, Bacone in ritardo e Conci puntuale. Quanto manca al 21 dicembre?”
“In che senso, scusa?”
“Mmh, poi te lo spiego, è troppo lunga.”
“Che faccio, gli dico di venire per l'interrogatorio?”
“Appena arrivato e senza aver ancora salutato le guaglione e tutto il resto del commissariato? E ch'è, gli vuoi rovinare la giornata?”
“Allora aspettiamo Bacone... se non è in ferie”.
“È meglio, sì”

4

Andrea e Giorgio sono ancora in attesa. Sorseggiando il terzo caffè della mattinata, hanno saputo da un poliziotto di passaggio che devono avere pazienza e attendere l’arrivo del commissario.
“Speriamo che stò commissario non sia prevenuto co’ la gente de Roma”.
“La polizia non è come i carabinieri, in genere è gente del posto. Però un minimo di mobilità c’è. In teoria potrebbe essere addirittura uno di Trastevere”.
Magara. Basta che non sia un giallozozzo de merda, sennò semo fatti”.
“Gli diciamo che l’ultimo derby meritavano di vincerlo loro…”
“Ma nemmanco morto”, obietta Giorgio. “Piuttosto me faccio tre anni de carcere”.
Niente da fare, “er bisonte” non riesce a capire la gravità della situazione e continua a cazzeggiare. Ma quando si decide a crescere?
Ora Andrea è proprio infastidito: il suo amico si comporta come si comportava lui quando era ancora… quasi trentenne, all’incirca sei mesi fa.
… Forse è meglio rimettersi le mani nei capelli.

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