mercoledì 17 giugno 2015

Il Poster - finale (racconto)



non è tutto oro quello che luccica...

Ed eccoci al termine della storia. Rileggendola, e rimettendola a posto, mi rendo conto che avrebbe meritato molta più attenzione, specie nel finale, perché (immodestamente!) penso abbia potenzialità per essere sviluppata meglio.
Ma poi rifletto e mi rendo conto che sono io ad averla scritta e quindi... è colpa mia, della mia scarsa propensione alla scrittura. 
Sono e resterò sempre uno piccolo scribacchino!

Il Poster

Trovai un po’ di coraggio:

“Come faccio a saperlo? Non sono stato io a chiamarti! Tu menti!”

“Voi uomini siete tutti gli stessi! Prima fate le cose e poi dite: ma io non volevo, io non c’entro con questo! Cosa pensate che siano quelle ‘cose’ che mettete da parte quando nascono e poi incenerite senza che nessuno le veda? O cosa pensate che siano quelle creature mostruose che piano piano stanno riempiendo le foreste e i deserti, e che quanto prima arriveranno nelle vostre città? Non sono forse io già qui davanti a te? Pensi che ci voglia molto per me ad uscire da questo poster, mettermi a passeggiare per casa, preparami un caffè e poi uscire da quella porta e andare incontro ai tuoi simili per strada? Non lo facciamo perché non è ancora giunto il momento. Bisogna che tutti siano al corrente e capiscano quando arriverà il tempo. I vostri Potenti ci stanno dando una grande mano, col loro silenzio…”

“Loro sanno?”

Mi tornarono in mente tutte le campagne dei cosiddetti ‘complottisti’, i loro proclami.

E questa rivelazione mi squassò da dentro; ebbi un lampo: se era così era la fine.

“Non tutti, per la verità, ma molti sono ormai dei nostri. E gli altri si adeguano per non fare la figura dei retrogradi. Perché tanto ormai questa è un’evoluzione irreversibile. Voi pensate che creare un mondo a vostra immagine e somiglianza, dove tutto è sotto controllo, sia il massimo della scienza. È così bello poter modificare le cose a vostro piacimento: mia figlia nascerà con gli occhi azzurri e le caviglie da indossatrice” squittì con voce da donna ”l’ho programmata così, siamo stati dal genetista e l’abbiamo scelta, c’era un catalogo vastissimo! Fate, fate pure!” continuò col suo tono, che andava ingrossandosi sempre più, in un crescendo da Bolero di Ravel.

“Anche tu hai voluto sfidare la sorte pur di sapere qualcosa in più. Hai sentito il segnale di pericolo, eppure sei andato avanti. Così imparerai che ci sono tanti tipi di morte e che si può morire pur continuando ad andare in ufficio, fare figli e andare in vacanza.”

Io continuavo a restare muto, con le mani aggrappate alla mia poltrona e il cervello che voleva essere da un’altra parte. Ma non potevo; l’essere non cessava di fluttuare dall’orizzonte del poster, sempre pronto a uscire, incombente.

“Hai voluto sapere, ed ora sai. Modifica un pezzetto di qui, cambia quell’altra fetta di là” poi ancora quella voce da donna “è cosa veramente da poco, e poi è più carino il pomodoro con le sfumature celestine, anche l’occhio vuole la sua parte! La cucina veramente creativa è questa!

Ci fu una pausa, poi:

“Voi pensate che niente di importante sia stato trasformato, ma non vi rendete conto che quello che avete modificato è proprio quello che non si vede ma che da senso a tutto. Avete voluto cambiare il senso alle cose: per voi un pomodoro non deve essere più ‘buono da mangiare’ ma ‘bello da vedersi’. Un bambino non è importante come essere umano, ma deve piacere alla mamma e al papà che lo potranno esibire con orgoglio alla fiera della società.”

Ci fu silenzio. Non so quanto durò, ma mi sentivo come beccheggiare in un mare d’aria; ero incapace a tornare con i piedi per terra, o forse non volevo farlo, perché capivo che la realtà, non quella di quest’attimo in questa stanza, ma quella che scorreva da chissà quanto tempo là fuori, era lanciata inevitabilmente a trasformarsi come aveva detto l’essere del poster.

La voce parlò ancora, non più arrabbiata e cavernosa, ma pacata, come di chi ha raggiunto il suo scopo e ora chiede il conto:

“Te lo chiedo di nuovo, adesso: tu chi pensi che io sia?”

Non cercai neanche nella mia mente una risposta. Sapevo di aver capito tutto, ma sapevo anche di non volerne avere cognizione. Rifiutavo semplicemente di accettare la realtà, quella del mondo la fuori.

“Capisco che non sai cosa dire” era la voce. “Allora te la do io la risposta: io sono te. Non te adesso, ma te quando la tua voglia di andare oltre ti avrà fatto dimenticare ogni altra cosa e ti avrà preso totalmente. E verrà il giorno in cui tutti quelli come me (e te!) usciranno allo scoperto e sarà un gioco da ragazzi organizzare tante belle gite per convincere la gente che è meglio aderire al Glorioso Nuovo Mondo che noi guideremo alla Potenza e alla Vittoria su coloro che penseranno di resistere. Ti voglio dare una chance, una possibilità: accetta di farti ufficialmente anche tu paladino della nostra causa. Passa anche tu tra le file di coloro che governeranno il mondo.”

Trovai le parole:

“Altrimenti?”

“Altrimenti …” e la frase rimasta a metà diceva tutto, tranne il modo.

Non ebbi quasi esitazioni.

Mi lasciai prendere pacificamente senza protestare, e fui trasportato nel poster e tramutato in uno di quei piccoli esseri volanti luminosi.

In un attimo di lucidità, prima della metamorfosi completa, capii perché nessuno dei precedenti abitanti della casa era stato mai ritrovato.

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Qui la seconda parte

5 commenti:

  1. Un breve racconto horror sulla scia dei miti di Chtulu. Almeno io l'ho vissuto così.
    La capacità di scrivere in un buon italiano mi sembra non ti difetti ed è già una bella cosa :)
    Al prossimo!

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    1. Si, in effetti era il mio periodo horror splatter zombesco (vedi la partecipazione al Suvival Blog). Poi ho messo la testa a posto e ora sono tornato al poliziesco. E forse prossimamemente su questi schermi ci sarà qualche (vecchia) storia del commissario Bacone. Grazie del feedback, è un onore!

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    2. Il buon vecchio Bacone... ma storie nuove sono previste?

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    3. Come forse saprai ci sono due storie in viaggio. una è un racconto, o almeno è partito come tale e finora sono già circa 8mila parole; ma se continua così supererà di certo le 12mila! il secondo è un romanzo, ma qui sono fermo a 9mila e l'ultima volta che gli ho dato un'occhiata è stato quasi due ani fa. per ora sto andando avanti piano col racconto.

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