mercoledì 1 luglio 2015

Arcani Vs Bacone - VI parte (racconto)



Oddio... non è proprio la Garrone

Avete fatto il ripasso della V puntata? Allora eccovi il seguito di questo 


Arcani Vs Bacone


VI
Quei due so' pappa e ciccia, pensa subito Gennaro quando il capo finalmente arriva e scambia un cenno d'intesa con Geremicca in portineria.
La gelosia continua a rodere l'agente scelto Bellagamba, ma il senso del dovere deve superare quello dell'onore ferito. Quindi, lasciando da parte l'orgoglio, ora è il momento di esporre un professionale resoconto dei fatti.
Però con un tono di voce volutamente freddo e distaccato.
“Dunque commissario, questa mattina Marika ha fermato...”
“Scusa, Gennà, ma preferisco che me lo racconti lei di persona” risponde educatamente Bacone. “In fondo è stata lei a chiamarmi”.
“Come vuole commissà” replica Bellagamba. Ma continua a rimuginare...
C'è qualcosa, c'è qualcosa che non va, che mi sfugge, pensa mentre va a cercare la guaglioncella. Gli bastano pochi passi, l’agente Garrone è già appostata all’ingresso della stanza.
Bacone saprà sicuramente cosa prevede il regolamento in caso di distruzione di cellulare di proprietà del soggetto fermato, riflette la puffetta, anche se prima di chiedere a lui preferisce aspettare notizie da Geremicca.
“Neanche un giorno libero mi posso prendere”, riflette ad alta voce con Marika il commissario. “Non succede mai niente qui, però basta che manco io e ci scappa addirittura un morto”.
“Mi spiace se l’ho disturbata. Che impegno aveva per oggi?” si interessa la poliziotta (Bellagamba commenterebbe che 'e ffemmene mettono sempre la curiosità davanti a tutto).
Bacone resta in silenzio. Bella domanda: perché ha chiesto un giorno libero? Cosa aveva di tanto urgente da fare al punto da richiedere un'intera giornata di ferie?... Non se lo ricorda più. E poi, per quale motivo Geremicca gli ha lanciato quell'occhiata complice all'arrivo?
“Non perdiamo tempo e passiamo ai fatti” replica opportunamente il commissario. “Spiegami ogni cosa dall’inizio”.
“Stamattina sono andata a fare colazione al bar di Guido…”
“Ho detto ‘dall’inizio’ Marika, ma non c’è bisogno di andare così indietro”.
“Commissario, se glielo dico è perché c’entra col racconto. Sono andata a fare colazione da Guido, e lui ha accennato a due romani che erano passati un’ora prima chiedendo della Vercelli Heavy Metal’. Io gli ho risposto: ‘E allora?’ E lui: ‘Avevano un’aria strana, soprattutto quello grande e grosso…’ Insomma, mi ha fatto venire dei sospetti. Visto che stavo facendo la ronda ho pensato di passare per la zona industriale…”
“Scusa, ma stavi da sola?”
“Quando ho iniziato la ronda c’era Giusy con me, però ha ricevuto all’improvviso una chiamata urgente dalla parrucchiera. Gli aveva dato appuntamento per la permanente alle sette di sera, ma poi era gli era subentrato un impegno imprevisto e se Giusy non si fosse presentata subito in quel preciso momento avrebbe dovuto attendere almeno una settimana prima che gli fissasse un nuovo appuntamento… “
“Anche questo è rilevante per l'indagine?”
“Veramente no, ma... Non rida commissario” s'indispettisce la ragazza, “lei non capisce cosa vuol dire andare in giro con i capelli fuori posto!”
“Non sto ridendo, Marika” fa notare Bacone, e d'altronde basta guardarlo in faccia per cogliere la profonda verità di tale asserzione. “Continua, per favore”.
“Ho scoperto che erano passati da lì e cercavano un tizio, sempre di Roma, che a loro dire era scomparso senza dare più notizie di sé. Uno dei due aveva mostrato una tessera da detective, ma mi hanno detto che si vedeva sin troppo bene che erano due balordi. L’operaio con cui hanno parlato mi ha confermato che avevano un’aria sospetta, e che proprio per questo motivo gli ha fornito un indirizzo sbagliato, o meglio: un vecchio recapito, visto che il romano ormai dormiva in una macchina sulla tangenziale perché era stato sfrattato. A quel punto, siccome mi trovavo a due passi, ho deciso di andare a fare visita a questo poveretto per capire se davvero fosse scomparso da casa volontariamente”.
“E quindi?”
“Mentre mi avvicinavo con la volante ho visto due che scappavano a piedi dalla macchina abbandonata. Coincidevano con la descrizione che mi avevano fornito alla Vercelli Heavy Metal. Li ho superati e gli ho intimato di fermarsi. Quando gli ho chiesto cosa stavano facendo hanno iniziato a parlare tutti e due insieme e non si capiva niente. Allora gli ho ordinato di mettersi in ginocchio a terra con le mani sulla nuca”.
“Un arresto alla CSI insomma! Hanno fatto storie?”
“No, ma quali storie! Pensi che non ho estratto neanche la pistola, hanno obbedito senza fiatare”.
Bacone si lascia sfuggire una smorfia.
Marika prosegue: “A quel punto mi sono avvicinata all’automobile da cui stavano fuggendo, una Seat Ibiza bianca, e dentro c’era effettivamente una persona. Morta”.
“Tracce di sangue, di lotta?”
“No, niente, tranne il lunotto posteriore rotto. Comunque ho chiamato subito la centrale che ha mandato una pattuglia e ha avvisato il dottor Cusio. Dovrebbe essere ancora là. Io nel frattempo ho fatto salire i due sulla volante e li ho portati qui”.
Bacone si gratta la testa e dopo un attimo di silenzio chiede:
“Hanno detto qualcosa in auto?”
“Senza che io gli chiedessi nulla, uno dei due ha ripetuto almeno duecento volte che lui è un detective, che loro non c’entrano niente, che stavano solo cercando una persona scomparsa… Poi ha iniziato un discorso confuso…”

7
(FLASHBACK – Piccolo assaggio dello sproloquio di Arcani in preda a logorrea isterica mentre siede sul sedile posteriore della volante guidata dall’agente Garrone Marika).
“… lo stavo facendo per il mio cliente, che è preoccupato perché quest’uomo era scomparso. Cioè, se voi chiamate i suoi parenti vi diranno che non gliene frega un cazzo di lui, però… fingono. Anzi, se voi gli dite il nome mio, risponderanno che non mi conoscono e che non hanno mai incaricato nessun detective di cercarlo.”
(D'un tratto Andrea Arcani si ferma vedendo sfrecciare un'auto che li sorpassa, e chiede a Giorgio “Ma era un Suzuki giallo come il mio?” Poi riprende a parlare alla poliziotta).
“… Però fanno finta, capisce? Nel senso che in realtà… Vabbé, diciamoci la verità: ci sono in mezzo dei soldi. Ma non pensi a male! Non intendo dire ‘soldi’ nel senso che è solo una questione di soldi! C’è una persona alla quale lui doveva dei soldi, ma io e Giorgio non c’entriamo niente coi soldi! Glielo giuro! Cioè, un pochino c’entriamo, ma quasi niente!...”


2 commenti:

  1. Come detective Arcani non è un granché, ma come comico (involontario) ha un suo talento...

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    1. a me piaccciono il tenento Colombo e il Sig. Monk non Chandler o Hammet!

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